martes, 11 de noviembre de 2008

Nepal: Entrevista al camarada Gaurav en Red Star. Traducción al italiano por los camaradas del CARC



Traduciamo e diffondiamo una recente intervista a C. P. Gajurel, responsabile per le relazioni internazionali del Partito Comunista del Nepal (maoista), che ci aiuta a comprendere la natura della lotta tra due linee entro il Partito in vista del Congresso Nazionale del Partito che si terrà a partire da oggi.

Partito dei CARC – Settore delle Relazioni Internazionali

INTERVISTA A C.P. GAJUREL

C. P. Gajurel, 59 anni, è un membro della direzione politica e sovrintendente dell'ufficio per gli affari esteri del Partito Comunista (Maoista) del Nepal. Nell'agosto del 2003, fu arrestato mentre stava cercando di partire per Londra dall'aeroporto di Chennai con documenti di viaggio falsi e ha trascorso tre anni in prigione a Chennai. Dopo il secondo Movimento Popolare, e l'ingresso dei maoisti nella vita politica pubblica, fu scarcerato nel dicembre del 2007. Dopo il suo rilascio ha viaggiato a livello internazionale, cercando di portare l'attenzione e cercando appoggi riguardo al proprio partito.
Gajurel ha avuto un colloquio con Aditya Adhikari e Kosh Raj Koirala del Kathmandu Post il 23 ottobre riguardo il nuovo governo, la lotta ideologica nel suo partito, e le sue relazioni con gli altri partiti e nazioni confinanti.
Estratti:

D.: Come valutate l'operato svolto dal governo guidato dai maoisti fino ad ora?
C.P. Gajurel: Riteniamo che l'operato del governo non sia stato all'altezza delle speranze del Partito. Dato che è un governo di coalizione, non è riuscito a lavorare secondo le direttive del nostro Partito. Siamo entrati al governo con la consapevolezza che avremmo dovuto intraprendere cambiamenti visibili due settimane dopo esserci entrati. Eravamo convinti che anche se non avessimo potuto intraprendere i maggiori cambiamenti immediatamente, avremmo dovuto fare piccole cose, come controllare il traffico e distribuire razioni sufficienti di carburante. Ma purtroppo non siamo stati in grado neppure di fare questo.
D.: Il vostro partito ha affermato di non credere nella democrazia parlamentare, ma crede nella competizione multipartitica e non vuole imporre un sistema comunista tradizionale. Può spiegare come si presenterebbe la struttura dello stato organizzato secondo il vostro modello?
Gajurel: C'è una credenza sbagliata secondo cui multipartitismo significa “parlamento”, il sistema parlamentare significa democrazia, e nessun'altra forma di democrazia esiste nel mondo. Ma ci sono molti sistemi politici nel mondo che non sono parlamentari ma hanno competizione multipartitica.
D.: Quindi qual'è l'alternativa che proponete?
Nel nostro sistema multipartitico, ci sarà competizione tra i partiti che sono nazionalisti, che hanno combattuto per la patria ed il repubblicanesimo e che hanno lottato per fare un nuovo Nepal. Può darsi che molti partiti si uniscano assieme per formare il governo. Non è necessario che come in parlamento, ci sia un partito al governo ed uno all'opposizione. Durante il periodo di interim non avevamo un'opposizione ma il sistema era lo stesso democratico. Infatti, nella Costituzione non c'è alcuna premessa per l'esistenza di un'opposizione. Solo dopo che il Congresso Nepalese ha deciso di restare all'opposizione l'abbiamo consentita.
D.: Chi deciderà quali partiti sono nazionalisti e saranno autorizzati a competere? Quali saranno i parametri di selezione?
Gajurel: Il parametro è la storia del partito fra la gente. Il contributo che esso ha dato. L’impegno che assume rispetto alla Costituzione che tracceremo. L’impegno che assume rispetto al paese e al popolo.
I.: Sentiamo che i maoisti dicono che lo Stato dovrebbe essere responsabile di selezionare quali partiti sono autorizzati a competere. Allora quello che i maoisti indicano come democrazia multi-partitica è quella dove i maoisti possono controllare lo Stato e fare la selezione tra quali partiti hanno la possibilità di competere e quali no.
Gajurel: No, il sistema sarà dotato di tribunali che avranno il potere decisionale finale. Ci sarà una Commissione Elettorale. Questi organismi prenderanno le decisioni. Lo Stato non può impedire a determinati partiti di partecipare solo perché lo vorrebbe.
D.: Le linee di intervento del vostro partito nel governo sono molto diverse da quelle che il vostro partito era solito affermare fino a pochi anni fa. Non trova che il partito abbia deviato dal suo nucleo ideologico?
Gajurel: Non abbiamo deviato dal nostro nucleo ideologico. Non siamo arrivati dove siamo perché siamo caduti in un errore di concezione o in un illusione. Noi abbiamo la nostra strategia e la nostra tattica, e siamo arrivati qui proprio ponendole in atto. L'Assemblea Costituente (CA) è una richiesta che abbiamo avanzato cinque-sei anni fa. Abbiamo preso parte alla CA in armonia con le nostre linee di intervento. Il nostro comitato centrale ha preso la decisione di entrare nel governo. Ma la realtà è che si tratta di un nuovo esperimento. Un esperimento di questo genere non era mai stato intrapreso nel movimento comunista mondiale.
D: Di recente nei media hanno trovato spazio molti dibattiti riguardanti le differenze che corrono tra la fazione dei “duri” del vostro partito e quella dei “moderati”. Una fazione vorrebbe tornare alla guerra per continuare la rivoluzione, mentre l'altra parte vorrebbe proseguire il processo di pace in corso.
Gajurel: Le varie opinioni e le differenze assieme sorgono entro al partito, ed è importante che lo facciamo. Come comunisti, noi definiamo il nostro partito come un’unità degli opposti. Non è monolitico. Le differenti opinioni nel partito lottano una contro l'altra, ed il partito si conquista la propria linea attraverso tali lotte.
Nessuno però nel partito ha in mente che dovremmo ritornare alla lotta armata. Neanche quelli cosiddetti “duri” lo pensano. Tramite la lotta armata abbiamo già raggiunto una fase in cui possiamo perseguire i nostri scopi attraverso altri mezzi. Perché allora ritornare alla lotta armata?
D.:Abbiamo sentito usare parecchio il termine “Repubblica Democratica Federale” durante gli ultimi due anni. Ma cos'è questa “Repubblica Popolare” di cui abbiamo sentito parlare recentemente?
Gajurel: Il Congresso Nazionale del nostro Partito, che avrà inizio il 9 o il 10 Novembre, deciderà di che tipo di repubblica abbiamo bisogno. La linea della “Repubblica Democratica Federale” ha insindacabilmente avuto la sua utilità nel porre fine alla monarchia ed instaurare una repubblica. Ma ora dovremmo andare avanti, oppure consolidare questa forma di repubblica? Per andare avanti, è la “Repubblica Popolare” ciò di cui abbiamo bisogno. La forma più avanzata possibile di Repubblica Democratica Federale esiste in India. Ma forse la Repubblica Indiana è stata mai in grado di risolvere i suoi problemi? Non abbiamo bisogno di andare nemmeno più lontano di Bihar per renderci conto di come funziona. Noi dobbiamo fare meglio di così.
Ora, si dice che la “Repubblica Popolare” è uno stato comunista, ma non lo è. Non è nemmeno socialista. Essa fondamentalmente è una repubblica borghese, ma contiene molti elementi tipici del socialismo. Per esempio, ci sarà una progressiva riforma agraria. Ci sarà la decentralizzazione di molti diritti. Ci sarà il diritto all'autogoverno locale per molte caste ed etnie. Vogliamo andare avanti proprio in modo di non tornare a un tipo di repubblica feudale, capitalistico.
D: Quale sarà il sistema economico nella “Repubblica Popolare”? Ci sarà una nazionalizzazione delle banche, delle proprietà?
Gajurel: Il popolo dà una grande importanza a questa questione della nazionalizzazione delle banche. Sono appena tornato dal Venezuela dove ho avuto l'occasione di incontrare Hugo Chavez in un programma di dibattito. Ha scherzato : “Quando io ho nazionalizzato le banche, George Bush era veramente contrario. Ora è diventato mio compagno, anche lui ha nazionalizzato le banche nel suo Paese.” E non sono solo i comunisti che nazionalizzano le banche. Anche Indira Gandhi l'ha fatto. Questo forse fa di lei una comunista?”
D: E per quanto riguarda le altre istituzioni economiche? Avete intenzione di nazionalizzare anche le industrie?
Gajurel: No, in questo sistema non tutto verrà nazionalizzato. Alcuni elementi saranno ovviamente nazionalizzati Ma esisterà la proprietà privata. La borghesia nazionale sarà tutelata. L'obiettivo è di far sviluppare il capitalismo nazionale.
D.: Si ha la percezione che i maoisti si avvicinino sempre di più alla Cina cercando di distanziarsi sempre di più dall'India.
Gajurel: Siamo convinti che sia nell'interesse del paese avere relazioni equidistanti con ambedue i paesi. Storicamente, la storia delle relazioni estere del nostro Paese è sempre stata a senso unico. Per esempio, l'80% delle nostre attività commerciali è con l'India, e solo l'8% con la Cina.
Accrescere le relazioni con la Cina darebbe accesso a un immenso potenziale. Fornirò un esempio. Molti turisti attraversano l'India per venire in Nepal. Questo è bene. Ma deve essere fatto di più per incrementare il flusso turistico dal lato cinese. Dopo che è stato costruito il collegamento ferroviario per Lhasa (da Pechino), hanno incominciato a venire a Lhasa tre milioni di turisti all'anno. Molti di questi turisti sono buddisti. Il luogo più significativo per i buddisti è la nostra Lumbini. Se si arrivasse a costruire una linea ferroviaria o un'autostrada che colleghi Lumbini a Lhasa, persino se solo un terzo di turisti diretti a Lhasa venisse in Nepal, sarebbero già un milione di turisti l'anno.
D.: Alcuni leader del Congresso Nepalese hanno chiesto perché, se i Maoisti sono così determinati nell'integrare il proprio esercito, hanno poi aumentato i compensi per i combattenti dell'Esercito di Liberazione Popolare (PLA) di 2000 rupie? Questo indica che si sono impegnati a rendere il PLA più forte e pronto a ritornare in guerra…
Gajurel: Non è questa la nostra intenzione. Come faremmo a integrare il PLA se non gli dessimo neanche abbastanza da mangiare? Prima dobbiamo dargli attrezzature di base, poi sviluppare la loro professionalità e quindi integrarli. Non ha senso che gli stessi che sostengono che il PLA vada integrato siano addirittura contrari a dargli abbastanza cibo.
Ciò che afferma il Congresso Nepalese è ridicolo.
Inoltre, anche se in passato avevamo già stipulato accordi con le Nazioni Unite e gli altri partiti secondo cui l'integrazione avrebbe avuto luogo secondo il modello Riforma nel Settore della Sicurezza (SSR) , il Congresso Nepalese è determinato ad adottare il modello Disarmo, Smobilitazione e Riabilitazione (DDR). Il ministero dell'Interno ha comunicato ieri che non c'è alcun accordo che affermi che i combattenti maoisti verranno integrati nell'Esercito Nepalese. Allora, per che cosa ha negoziato in tutto questo tempo? E' molto strano che dei leaders responsabili del Congresso Nepalese parlino così.
D.: Quindi pensate che tutti i combattenti maoisti censiti, oltre 19000 di numero, debbano entrare a far parte dell'esercito nepalese in futuro?
Gajurel: Sì. Questo è quanto sosteniamo. L'intero accordo riguarda l'inquadramento delle armate. Non riguarda quello della polizia o della Lega della Gioventù Comunista.
D.: E dopo l'integrazione, volete che i vostri uomini ricevano nell'Esercito Nepalese ruoli dello stesso rango di quelli ricoperti nel PLA?
Gajurel: Effettivamente, dovremmo discuterne. Quanto sono competenti i nostri comandanti? In fin dei conti, hanno vinto loro le battaglie contro l'Esercito Nepalese. Sarebbero stati in grado di vincere, se non fossero stati professionali? Pensiamo che le capacità dei nostri ufficiali siano in molti modi superiori a quelle dell'Esercito Nepalese. Abbiamo combattuto molte battaglie con poche armi. Non pensiamo ci sia alcuna esagerazione nel dire che i nostri combattenti meritano pienamente di mantenere il proprio rango anche una volta che saranno stati integrati.

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